Fibroma uterino: quanto è importante l’esperienza del chirurgo

Il fibroma uterino, quanto influenza l’esperienza del chirurgo per l’esecuzione dell’intervento, la sua scelta nella tecnica chirurgica da adottare e l’incidenza di complicanze dovute all’abilità professionale del medico stesso?

fibroma uterino, quanto influenza l’esperienza del chirurgo per l’esecuzione dell’intervento, la sua del medico stesso?

Facciamo pero’ un passo indietro.

Cosa sono i fibromi uterini, la sintomatologia che comportano e le tecniche chirurgiche più importanti per il loro trattamento?

I fibromi sono escrescenze benigne (di piccole o grandi dimensioni) localizzate nella parete muscolare dell’utero.

Sono molto comuni nel mondo femminile, almeno il 20% delle donne dai 35 anni di età presenta uno o più fibromi. Un fibroma tende ad ingrandirsi nel tempo, fino alla menopausa, dopo di essa, i fibromi tendono a ridursi a causa della diminuzione degli estrogeni presenti in circolo.

I sintomi per alcune donne sono assenti, in altre donne invece i fibromi possono causare forti emorragie durante il periodo mestruale, così come la durata irregolare (più dei 5,6 giorni previsto per un ciclo regolare).

Altri sintomi possono essere:

  • dolore
  • sensazione di pressione nella zona pelvica
  • sensazione di pesantezza nella zona tra le ossa dell’anca
  • dolore durante i rapporti sessuali
  • costante necessità di urinare
  • pressione dell’intestino
  • stitichezza e/o gonfiore

Dalla diagnosi al trattamento nel trattamento del fibroma uterino

Effettuare una diagnosi per un medico, può essere più o meno complesso.

Quello che è determinante è la sua capacità di riconoscere la problematica e risolverla senza impedimenti e preoccupazioni per la paziente, questo è il frutto della sua esperienza.

Il fibroma uterino è una condizione a volte asintomatica o pauci-sintomatica, ma un medico esperto è spesso capace di sospettarne la presenza.

La conferma della diagnosi può avvenire attraverso un semplice esame ecografico per via transvaginale o transpubica (quindi semplicemente con la sonda dell’ecografo appoggiata sull’addome appena  sotto all’ ombelico ).

Un chirurgo esperto consiglierà alla paziente di effettuare degli esami di routine per conoscere a fondo la sua storia clinica. Questi esami includono anche un esame pap test (se non effettuato di recente).

Il trattamento del fibroma uterino quando comporti sintomi conclamati ed ingravescenti viene trattato oggi  attraverso delle procedure più o meno invasive, quali:

  • Embolizzazione
  • Miomectomia
  • Isterectomia

L’embolizzazione del fibroma dell’utero

l’embolizzazione  è una alternativa mininvasiva  alla chirurgia tradizionale, che consente di preservare l’utero senza  danneggiarlo. Attraverso questa procedura i fibromi si ridurranno o scompariranno poiché l’embolizzazione consiste nel blocco dell’afflusso di sangue che li nutre.

Tutto cio’ è possibile grazie ad un sottilissimo tubicino di plastica ( chiamato catetere vascolare) inserito in un’arteria nella zona inguinale, dal quale il medico ( un radiologo interventista, il nuovo chirurgo del nostro secolo)  inietta delle minuscole particelle capaci di occludere il flusso sanguigno. Introdotta dal radiologo interventista  francese Jacques Clerissi nel 1990 che la sviluppo’ poi anche in Italia insieme al Dr. Tommaso Lupattelli , questa tecnica e’ sempre piu’ richiesta dalle donne perche’ non comporta l’utilizzo ne’ del bisturi ne’ di alcun punto di sutura che in mani esperte ha una durata di soli 15-20 minuti circa.

L’embolizzazione consente addirittura  di trattare anche fibromi superiori a 20 cm di diametro o fibromi multipli ( anche piu di 15) potendo cosi riuscire a preservare l’utero anche in quei casi che appaiono molto compromessi. Il grande vantaggio dell’embolizzazione è che riesce a bloccare in una sola seduta tutti i fibromi presenti, abbassando così drasticamente il rischio di recidiva di malattia.

Dr. Tommaso Lupattelli – Dr. Jacques Clerissi

La miomectomia

La miomectomia  è la procedura chirurgica tradizionale, utilizzata inizialmente per il trattamento del  fibroma. Il chirurgo non si affiderà ad uno strumento di radiologia o imaging (come per l’embolizzazione) ma  la miomectomia prevede che si effettui un incisione con il bisturi per rimuovere i fibromi chirurgicamente.

Il chirurgo in questo caso  effettua dei piccoli  tagli nell’addome o attraverso la vagina e la cervice.

La miomectomia e’ la tecnica conservativa piu’ conosciuta e quella che ha maggiori casistiche. Come del resto anche  l’embolizzazione la riuscita di questa procedura dipende moltissimo dall’esperienza di chi la esegue

Infatti, durante la miomectomia, possono presentarsi nei casi più difficili alcune complicanze, una su tutte il sanguinamento dovuto alla rimozione con il bisturi del fibroma che purtroppo a volte richiede anche la necessità di una successiva trasfusione ematica della paziente. Purtroppo la recidiva di malattia nella miomectomia è ancora significativa, perchè spesso non è possibile rimuovere tutti i fibromi presenti che con il tempo possono continuare a crescere.

L’isterectomia

L’isterectomia è la scelta che il medico farà nel caso di fibromi molto grandi, questa procedura chirurgica prevede che il medico rimuova l’intero utero dal corpo della paziente.

La tecnica purtroppo e’ demolitiva.

La rimozione dell’utero è la scelta più drastica per risolvere questa situazione in condizioni di criticità soprattutto se anche altre tecniche come l’embolizzazione non possono intervenire per salvare l’utero.

Da un ultima analisi della letteratura scientifica sembra tuttavia che più del 90% degli uteri che una volta venivano destinati all’isterectomia, oggi possono essere mantenuti in sede  grazie all’avvento delle tecniche mininvasive.

E’ infatti consigliabile nel caso venga prospettata una rimozione dell’utero per patologia fibromatosa consultare anche un radiologo interventista per valutare cosi la possibilità di poterlo salvare mediante embolizzazione.

Quanto conta l’esperienza del chirurgo nel trattamento del fibroma uterino?

Il rapporto medico-paziente è uno dei passi principali ed essenziali per mettere la paziente a proprio agio, in attesa di un intervento così intimo e personale. Come per la diagnosi, il chirurgo deve porre attenzione anche alla scelta dell’approccio chirurgico, un passo importante per la riuscita dell’obiettivo e con un minor rischio di controindicazioni.

La scelta della tecnica dipende sì da diversi fattori, quali il numero di fibromi presenti, la dimensione e la localizzazione ma anche dall’esperienza del chirurgo a cui ci si affida. E’ fondamentale che il chirurgo sia estremamente esperto, sia per assicurare alla paziente di essere in grado di eliminare il più possibile i fibromi presenti sia per salvaguardare la sua futura fertilità.

L’esperienza diretta del chirurgo, che andrà ad effettuare la procedura scelta, è particolarmente vitale nel caso dell’embolizzazione, poiché, essendo una tecnica più moderna, il medico deve essere altamente qualificato e preparato.

Il successo tecnico migliora dunque se l’operatore esperto riesce ad embolizzare accuratamente entrambe le uterine.

Un radiologo interventista esperto e’ fondamentale per la buona riuscita dell’intervento,  per ridurre l’esposizione delle pazienti ai raggi x, e per rendere praticamente nullo il rischio di complicanze post- intervento.

Possiamo dire che la curva di apprendimento dell’embolizzazione per il trattamento del fibroma uterino e’ estremamente alta ed un radiologo interventista  puo’ dirsi veramente esperto se ha eseguito almeno 400-500 embolizzazioni dell’utero.

E’ indiscutibile che per una donna con presenza di fibroma uterino debba essere  garantita la buona esecuzione dell’intervento, questo è la conseguenza di un percorso che parte dal primo incontro con il chirurgo o il radiologo interventista, con  l’anestesista , e con tutto il team deputato a  prendersi cura della paziente.

Dott. Tommaso Lupattelli Chirurgo Interventista a Milano

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